Notiziario Culturale

26 aprile 2008

Universitas Vivariensis

 

E Antonio Delfino continua

ad AMARE
L'ASPROMONTE»

 

  

la copertina del libro. Antonio Delfino.

AL MUSEO DELLA ’NDRANGHETA

di ANTONIO DELFINO
articolo pubblicato su Il quotidiano della Calabria
di Venerdì 25 aprile 2008

 

“VENGHINO,venghino signori,con un soldo tre palle”. È un prologo immaginario per visitare il “Museo della ’ndrangheta dove si possono abbattere a colpi di palle le sagome dei piùfamosi malandrini da Santazzo Scidone, capo della picciotteri a Palmi agli inizi del ’900 morto arpionato come un pesce spada nelmare di Pietrenere da mano "meschina", a don Peppe Zappia che con il Borsalino calcato sulle orecchie, ha presieduto, nell'ottobre del 1969, a Montalto, l'ultimo summit di vera ominità. Una settimana fa, a Berlino è stato presentato il museo, nato da un'idea di un antropologo della facoltà di Lettere e filosofia dell'Università della Calabria, a cui hanno aderito la Provincia e il Comune di Reggio assieme all'associazione "Antigone". Due saranno le sedi, una in riva allo Stretto e l'altra a Cosenza. Il museo, secondo gli estensori del progetto, dovrà diventare un crocevia per scambi internazionali di studio e documentazione
sulla criminalità organizzata.
Prima la visita ai malandrini e poi ai Bronzi relegati in un dormitorio delle muse. Dalla casta dell'Antimafia acefala e spennata dopo le ultime competizioni elettorali, si guarda con interesse "nella prospettiva di decostruzione della 'ndrangheta e la graduale sostituzione con un'etica democratica".
Un infiltrato nella casta mi ha fatto avere alcune planimetrie dell'erigendo museo che dovrebbe ospitare migliaia di studenti provenienti da tutta l'Europa. In un moderno auditorium i ragazzi, da parte di un magistrato, impareranno le origini e le evoluzioni delle 'ndrine, accompagnati da brani scelti dei più famosi mafiologi intercalati da serenate malandrine, canti di mafia e ballate popolari. Non mancheranno i riferimenti ai picciotti di giornata, di sgarro e di sangue e a quello liscio, cioè mezzo dentro e mezzo fuori. Gli studenti conosceranno i prodotti enogastronomici della Calabria mandati dalla cooperativa sociale "Valle del Marro-Libera Terra" e del mercato equo-solidale.
E alla fine, nella terra di zagare e gelsomini, riceveranno una gerbera mentre nel sottofondo musicale si ascolterà la voce di Piero Pelù: "Fioriranno secoli di fango, fioriranno anni di letargo; primavera arriverà e sui monti e sulle coste fiorirà la gerbera".
Ma il museo avrà una funzione altamente turistico-ambientale per la valorizzazione dell'Aspromonte, con escursioni guidate attraverso le più impervie località, dove sono stati scoperti bunker per latitanti, opere di vera ingegneria, da quello stile fortino di guerra al "cinquestelle", attrezzato con sistemi satellitari d'avanguardia.
Sulla carta topografica dell'Aspromonte, trafitto come
San Sebastiano, sono infilati spilli dalle capocchie colorate per indicare le zone d'influenza delle singole cosche. Un percorso particolare sarà dedicato a Platì, dove Nicola Gratteri, scrittore e sostituto procuratore della Repubblica ha scoperto, assieme ai carabinieri del Ros nel 2003 una città sotterranea, la Kandahar dell'Aspromonte. Il Comune si era prefisso di bonificare l'area "latistante" che per una compiacenza ruffiana di un indicatore trasformò in latitante. I "latistanti" di Platì sono oggetto di studio di glottologi ma anche di spasso.
La città sotterranea potrà essere visitata con attrezzature da minatori e il pericolo di incontrare i fantasmi del conte Oliva in cui s'imbatterono in molti. A questo punto non possiamo andare oltre per non incorrere nei fulmini della casta. E mentre si discute di
"Museo della 'ndrangheta", Tommasi, assessore regionale all'Ambiente ed esponente del "Sole" che piange, parla di un cospicuo finanziamento per la creazione di un "Museo della mondezza".
A questo punto i due progetti potrebbero essere unificati. In un'unica ecoballa da mandare a Pianura.
Antonio Delfino.

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