Notiziario Culturale

3 luglio 2009

Universitas Vivariensis

 

Lettera aperta all'on. Salvatore Magarò

aspirante assessore regionale alla cultura

 

ANCHE LA CULTURA

HA BISOGNO

DI CONCERTAZIONE

 

di DEMETRIO GUZZARDI

editore Progetto 2000 Cosenza
 

Cliccando sul logo puoi accedere al blog sull'editoria calabrese, curato da Demetrio Guzzardi e potrai trovare anche l'articolo di Salvatore Magarò «Cosa farei se fossi assessore alla cultura»; la lettera di Guzzardi è stata pubblicata mercoledì 1° luglio 2009 a pagina 18 de «Il Quotidiano della Calabria»

Caro Salvatore,
ci conosciamo da troppo tempo per non chiamarti per nome e darci del tu (e poi sono sempre il tuo editore, avendo pubblicato ben 2 libri da te firmati…). Ho letto il tuo articolo su “Il Quotidiano della Calabria” di lunedì 29 giugno 2009 dal titolo “Cosa farei se fossi assessore alla cultura” e mi è venuto naturale scriverti; sai resto sempre un “milaniano” e proprio come don Milani ti scrivo pubblicamente, con la franchezza di sempre e l’amicizia di sempre.
Se io, Demetrio Guzzardi, fossi l’assessore alla cultura non farei niente di quello che tu proponi nel tuo scritto; e mi spiego. A mio parere la prima e fondamentale cosa che un assessore alla cultura dovrebbe fare è quella di conoscere per filo e per segno tutte le realtà culturali presenti in Regione, e ce ne sono…; anche perché il contrario della conoscenza è l’ignoranza (o meglio l’ignorare, che poi è la stessa cosa) e per un assessore alla cultura ignorare le conoscenze è davvero grave. Ci sono in Calabria centinaia di persone che in qualche modo praticano attività culturali; c’è un privato sociale che fa cultura in modo volontaristico (nel senso più alto della parola) che però non riesce a colloquiare con chi di dovere… è difficile anche per me; sto chiedendo da più tempo un incontro per parlare della legge regionale sull’editoria libraria, ma niente, non è possibile parlare con nessuno; quando l’ho scritto pubblicamente sono stato perfino attaccato in malo modo.
Da 25 anni ormai “bazzico” gli assessori regionali alla cultura, ne ho visti passare tanti – ne salvo però qualcuno – nessuno però, visti i dati che tu dici, aveva in testa un progetto culturale per questa nostra regione. Per progetto culturale intendo una idea di sviluppo per l’intero settore; tu risolvi il tutto con la solita battuta «chiudere la distribuzione a pioggia delle risorse»; consentimi di dirti che non trovo espressione ed immagine più sbagliata di questa: la pioggia produce effetti positivi, ti ricordo che quando non piove c’è l’aridità e in Africa il «deserto avanza». Quando piove invece, tutti si bagnano, piccoli e grandi; a qualcuno basta solo quello, altri più attrezzati costruiscono sistemi per raccogliere l’acqua piovana e la riutilizzano quando serve. A me personalmente piace molto di più questa seconda ipotesi; acqua per tutti; o meglio un’equa distribuzione delle risorse affinché gli eventi culturali si realizzano sia nei grandi centri, che nei piccoli; è il caso di ricordare che la Calabria ha pochi centri urbani (si contano sulle dita di una mano) ma molti paesini appollaiati sulle colline, ed anche quelli sono Calabria; anzi sono la Calabria.

Allora caro Salvatore,
non pensare anche tu come il vicepresidente Cersosimo (tempo fa mi ha scritto una e-mail dicendomi che non è lui l’assessore alla cultura) che in un’intervista a “Il Crotonese” accusa noi “poveri” operatori culturali che ci rivolgiamo alla Regione come ad un “bancomat”; dimenticando da economista che la macchinetta davanti alle filiali delle banche “eroga” i soldi che sono sul “nostro” conto corrente. La Regione non deve vederci come dei questuanti alla ricerca di pochi euro per realizzare le “nostre” iniziative; ma deve valorizzare il nostro lavoro, deve scommettere su di noi, sui tanti giovani che escono dalle nostre università ed investire in attività culturali. Non abbiamo altra possibilità; non serve buttare l’acqua sporca con il bambino, occorre invece potenziare (con i dovuti sostegni economici) chi già da tanto o da poco, ha sviluppato un’attenzione verso la cultura.
Mi sia consentito un ultimo passaggio e questa volta vado sul mio campo: l’editoria libraria. Da anni ci stiamo battendo per avere una legge regionale, ma non che regoli il settore, perché non ci deve essere nessun controllore, ma per pianificare un lavoro comune, per far conoscere di più e meglio le storie, le idee le potenzialità della nostra cultura; da un po’ di tempo amo dire che «se Cristo si è fermato ad Eboli, lo ha fatto nel viaggio di ritorno…»; diamo più credito agli operatori, diamogli una legge giusta e vedremo se poi sono capaci di operare.

Caro Salvatore,
da quattro anni sei consigliere regionale e nel tuo articolo parli di cantine piene di libri, che ormai sarebbero imputriditi; ma io mi chiedo: tu le hai viste ste cantine… e perché i volumi non sono stati portati nelle biblioteche degli enti locali? Perché questi libri non vengono distribuiti ai ragazzi delle scuole? Perché non vengono omaggiati ai turisti che prendono la tintarella sulle nostre spiagge, come avviene nella riviera romagnola? Perché… perché… perché e potrei continuare (però un elenco di questi libri qualcuno lo faccia, altrimenti è facile pensare che gli editori si arricchiscono vendendo libri “da macero” alla Regione, il che non è vero!!!). I miei colleghi editori, così come le tante associazioni culturali presenti su tutto il territorio, non sono mostri che mangiano soldi, sono la vera ed unica risorsa culturale che abbiamo in Calabria, al di là di tutti gli assessori passati, presenti e futuri. Vogliamo parlarne ancora?

Concludo caro Salvatore,
mi sembra che tu a Castiglione Cosentino, organizzi un festival per parlare delle parole della nostra tradizione, incontriamoci con tutti gli operatori culturali della nostra Calabria per progettare insieme il nostro futuro… e credimi questa concertazione sarebbe già una grande rivoluzione culturale.

Con l’amicizia di sempre
 

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